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giovedì 10 novembre 2016

La sarta di Dachau , Mary Chamberlain


Copertina favolosa, trama intrigante, recensioni positive.
Questo libro, prima che lo comprassi, aveva tutti i numeri per diventare la migliore lettura del mese e, perché no, di tutto l'anno!


Prima di dirvi ciò che ne penso in proposito, vorrei catapultarvi in quella che ero io qualche settimana fa, prima di aggiungerlo alla wishlist.
Girovagavo su Instagram e, nel post di uno dei tanti bookstagram che seguo, ho letto questo titolo: "La sarta di Dachau". L'argomento che il titolo sembrava preannunciare riesce sempre a catturarmi e così fece anche la trama, che vi riassumo qui sotto:

"Maison Vaughan", questo è il nome del sogno ad occhi aperti su cui la giovane Ada Vaughan, aspirante modista, fantastica continuamente. Ogni mattina, truccata e vestita come meglio può, si reca nella sartoria di Madame Duchamps, a Dover Street, per lavorare come sua assistente, allontanandosi da quella che è la sua quotidianità in uno dei quartieri più degradati della Londra anni '40. L'imminente inizio della guerra e la diffidenza di coloro che la circondano intralciano il raggiungimento dei suoi obiettivi, fin quando non incontra Stanislaus, un uomo affascinante, quanto sconosciuto, che, promettendole il successo, la trascina a Parigi, all'insaputa di tutti i suoi familiari. Non si può, però, sfuggire alla guerra, che li raggiunge anche nella città dell'amore. Tra rapporti travagliati, miseria e prigionia, Ada ha un solo obiettivo: quello di conservare intatto il sogno che non ha nessuna intenzione di infrangere.

Come vi dicevo, la trama è più che intrigante, dato che presenta, in una nuova luce, un argomento trattato infinite volte. Il punto di vista di una sarta, praticamente avulsa dalle situazioni militari che la circondano, mi sembrava piuttosto nuovo ed interessante. Quello che mi ha affascinato di più è, infatti, il tipo di guerra vissuto da Ada, che va al di là delle condizioni in cui è costretta a vivere.
" Come avrebbe compreso la guerra di Ada sua madre? Come l'avrebbe compresa chiunque altro? Era stata una guerra diversa. Lei era stata coinvolta nel suo corso come il frammento di un relitto alla deriva, completamente sola." (pagina 193)

Nota dolente ( e mi rincresce affermarlo ) di questa triste, ma affascinante armonia, è proprio la protagonista. Per quanto io possa aver amato la sua ingenuità e sopratutto la sua ambizione (nella quale mi riconosco molto), ho trovato a tratti insopportabile la sua immatura caparbietà, che cominciava a non essere più un lato positivo del suo carattere. Se errare è umano, bisogna ricordare anche che perseverare è diabolico e Ada ne è l'esempio. Ricade continuamente negli stessi errori, ripetendoli all'infinito. Sembra che non impari mai! La scelta di prostituirsi e di fare affidamento sempre sull'uomo sbagliato la porteranno alla rovina; sarà ricorrente nel lettore il desiderio di entrare nella storia e fare ad Ada una bella tirata d'orecchi.
Vi dirò, però, che una "scelta sbagliata" l'ho particolarmente condivisa e questo mi ha fatto rivalutare ed apprezzare, almeno per una volta, l'impulsività della protagonista! Si trova verso la fine dell'intero romanzo ed è un passaggio importante per l'andamento della storia. Per questo, da brava bookblogger, la nascondo con un widget, per condividerla solo con chi vorrà!

Basta premere "mostra" per leggere, altrimenti proseguire come se niente fosse accaduto!

                   


Mentre Ada lasciava aperta la bombola del gas, per uccidere Stanislaus, l'uomo causa di tutte queste vicissitudini, ero lì a fare il tifo! Nonostante sia stata la mossa più azzardata, che, tra le tante cose, le farà pagare atroci conseguenze, sapere quell'uomo morto asfissiato mi ha rallegrato...Sembra brutto da dire, ma tutti i lettori del mondo capiranno!

La cosa che mi ha sconvolto di più è un'altra, sicuramente più positiva: nonostante questo grande conflitto tra me e la protagonista, predominante rispetto alle analogie, l'impatto emotivo, specialmente alla fine, c'è stato ed inevitabilmente ci sarà per tutti. Per quanto l'abbia odiata, le ultime pagine sono di una forza sconvolgente e portano dolorosamente alla conclusione non solo quella che è la storia di Ada, ma anche il cammino che noi lettori abbiamo percorso al suo fianco. Vi avverto, le lacrime scendono a fiumi ed in modo totalmente incontrollato, come non mi era mai capitato prima.

"Avete mai avuto così tanto bisogno di vita da sconfiggere la morte per averla?"

Dato che ne ho l'occasione, vorrei condividere con voi delle considerazioni circa la scelta del titolo di questo romanzo. Copertine una più bella dell'altra a parte, ho notato, girovagando per Internet, che in tutto il mondo ci sono tantissime edizioni di questo libro ed ognuna ha un titolo diverso. Per come la vedo io, quello italiano è il meno azzeccato! Vi dirò anche perché.

Sinossi e titolo dell'edizione Garzanti in mio possesso sembrano sfruttare i temi che hanno, solitamente, più "presa" sul lettore: Dachau, Eva Braun, il FÜher...". Questi rappresentano indubbiamente i passaggi salienti del romanzo, ma non quelli predominanti o più succulenti. Leggendo entrambi (mi riferisco alla succinta introduzione al testo sull'aletta ed al titolo), mi ero creata delle aspettative che, durante la lettura, si sono rivelate sbagliate; come se proprio questi temi messi in evidenza, si rivelassero, poi, solo piccoli intrecci in una più grande ed intricata trama.


Il titolo che preferisco, per queste ragioni, è "The dressmaker's war". Definisce perfettamente il romanzo, in tutta la sua interezza, includendo anche quella che potremmo definire "la sua morale".
Nel caso in cui avreste letto questo libro, mi piacerebbe sentire la vostra opinione in merito!

" <<Sei pronta?>>
  <<No>>, rispose lei. <<No.>> "


Un'altra chicca che posso darvi riguarda l'insolita, eppure azzeccata, divisione in capitoli del libro. Ce ne sono, infatti, solo tre, i quali scandiscono i tre periodi principali della vita della protagonista. E' stata una scelta che ho apprezzato particolarmente, ma non è di certo per lettori da "un ultimo capitolo e poi smetto!"

"Ricapitolando", i miei voti per questo romanzo sono:
Data la semplicità del linguaggio e la trama coinvolgente, questo romanzo può essere terminato davvero in poco tempo.
Purtroppo, io non ho avuto la possibilità di leggerlo tutto d'un fiato...
















Spero che questa recensione vi sia tornata utile e vi lascio con una citazione, tratta da questo romanzo ovviamente, che mi ha fatto particolarmente sorridere.
" <<I maiali sudano>>, aveva risposto Ada. <<I gentiluomini traspirano. Le signore luccicano.>> "
Lieto fine a tutti!
Sara.


3 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie mille Sara (ti chiami come me!). Leggere questi commenti mi rende davvero felice! Un bacio
      Sara <3

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