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venerdì 24 giugno 2016

Il buio oltre la siepe, Harper Lee




Nel 1961, ad Harper Lee veniva assegnato un premio Pulitzer.
Nel 2007, il Presidente George W. Bush la premiava con la Medaglia presidenziale della libertà, dicendo:
«Ha influenzato il carattere del nostro paese in meglio. È stato un dono per il mondo intero. Come modello di buona scrittura e sensibilità umana questo libro verrà letto e studiato per sempre»
Nel 2016, l'autrice ci lasciava, all'età di 89 anni.
Oggi, il suo romanzo "Il buio oltre la siepe" (nell'edizione italiana) è ancora nelle librerie, sui nostri scaffali, tre le mani di studenti e non e quelle parole del 2007 ci sembrano più attuali che mai.

To Kill a Mockingbird ( titolo originale) è ancora oggetto di studi e riflessioni e sta a noi lettori capirne il motivo, analizzando le emozioni che ci ha trasmesso e, sicuramente, quel che il libro realmente rappresenta. Inizierò col dare le mie ragioni.


In prima linea c'è l'argomento che questo libro tratta dalla prima all'ultima pagina: le tensioni sociali nell'America degli anni trenta. Le discriminazioni raccontate direttamente dai fatti e dai gesti della gente, diventando incredibilmente realistiche e spunto di riflessione. Ecco, questo racconto porta a riflettere. Non è un "libro aperto", dove tutto viene raccontato in modo esplicito e palese. Improvvisamente il lettore si trova catapultato in una realtà da dimenticare, quasi quanto da imprimere per sempre nelle collettività, e sta a lui coglierne i segnali.
Questo è possibile grazie al punto di vista scelto dalla Lee, quello di Scout, una ragazzina che per la prima volta si accorge di ciò che la circonda, al di là della sua realtà, al di là della siepe. E' ingenua, ma terribilmente intelligente, è difficile nasconderle la minima cosa e per questo va ringraziata! Grazie alla sua caparbietà è possibile andare infondo alla storia, a sviscerare i problemi di quella società marcia di cui fa parte. Riesce, però, a fungere da filtro alla narrazione. Tramite i suoi occhi è più facile vedere sia il bene che il male, rendendo il tutto decisamente più leggero di quanto ci si possa aspettare riguardo questo argomento. 
Nonostante questo, però, quello di Scout non è stato il personaggio che più mi è rimasto nel cuore. In questo romanzo, proprio come nella società che si vuole raccontare, troviamo un guazzabuglio di caratteri, di comportamenti e di stili di vita. Le idee ed i modi di agire che ho preferito sono stati racchiusi nella figura di Atticus. Saggezza spietata, capacità di riflessione, senso di giustizia e, probabilmente, la stessa forza che possiede anche sua figlia Scout. Atticus è il personaggio che dirige l'immaginazione verso l'uomo affascinante e scaltro che verrà poi interpretato da Gregory Peck nell'adattamento cinematografico. E' l'avvocato che difenderà Tom Robinson, a suo modo"protagonista" ed espediente narrativo, l'uomo nero accusato ingiustamente di violenze sessuali nei confronti di una ragazza bianca. 
Tutte queste figure daranno modo di affezionarsi ad un personaggio piuttosto che ad una altro, dando l'opportunità di interpretare in modi diversi la narrazione.

Queste (sono sottolineate) sono le riflessioni che secondo me motivano il successo di questo libro. Tutti i punti di forza che lo rendono, ormai, un classico!

Aggiungerei, però, un punto di debolezza. Sta voi attribuirne l'importanza. Credo che la narrazione prenda effettivamente piede e catturi il lettore solo nella seconda metà, dove si parla dei principali avvenimenti e si ha voglia di leggere tutto d'un fiato. La prima metà la vedo come un momento dedicato al lettore per ambientarsi in quella realtà e conoscere i vari personaggi, ma, per un lettore che necessita di essere catturato fin dall'incipit, può risultare complicato continuare la lettura. 

Nonostante questo lo consiglio, perchè è uno di quei libri che non si dimenticano facilmente e che lasciano delle impronte nell'animo del lettore. 


Qui il trailer dell'adattamento cinematografico.(Giusto per dare uno sguardo al nostro amico Gregory!)









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